… o meglio, quali siamo?
- Altavilla: Quella di Anna Bertola è una casa pronta ad accogliere la clientela. La trattoria infatti dispone anche di alcune stanze ben arredate e confortevoli per il soggiorno. La cucina di Altavilla è un punto di riferimento per la Valtellina. Vini e Cibi si incontrano raccontando la fatica e il piacere del buon cibo.
- Enoteca della Valpolicella: Nel cuore della Valpolicella si trova questa insegna storica e amata da tanti buongustai di tutto il mondo.
Ada Riolfi gestisce con amore e cura la cucina diffondendo sapere e cultura. - Il Capanno: In una località chiamata Torrecola, nei pressi di Spoleto, si trova questo antico capanno di caccia dove le carni la fanno da padrone.
Un camino costantemente acceso griglia tutto il giorno, secondo la tradizione umbra, i migliori tagli ovini, suini e bovini.
Mauro Rastelli con il sorriso e la sua gentilezza accoglie la clientela. - Ai Due Platani: A pochi chilometri dal centro abitato di Parma si trova questa insegna che negli anni ha collezionato successi e traguardi. Giancarlo in sala e Gianpietro in cucina. Uno staff giovane, motivato ed efficiente rendono l’atmosfera calda e cordiale.
- Sora Maria e Arcangelo: Un ridente borgo medioevale abbarbicato su un’altura, il monte Celeste, e calato nel verde di ulivi e vigneti. Questo è Olevano Romano e proprio qua si trova questa storica insegna famigliare.
- Vecchia Marina: Nel tratto del mare Adriatico più pescoso e ricco di varietà, in quel di Roseto degli Abruzzi, sorge La Vecchia Marina, la trattoria voluta da Gennaro d’Ignazio e Giovanni Parnanzone, per dare il massimo risalto al pesce che selezionano, in prima persona, al mercato di Civitanova Marche. Qualità e freschezza innanzitutto perché il pesce dev’essere protagonista.
- Cacciatori: E’ in quel lembo di terra sabaudo al confine con la Lombardia e la Liguria che si concentrano sapori, profumi, storie e antiche tradizioni. La provincia di Alessandria fa da sfondo a questo piemonte collinare dove l’aria del mar ligure rende uniche le atmosfere e i paesaggi.
- Amerigo 1934: nel 1934, il nonno Amerigo, apre questo locale (trattoria-osteria) a Savigno, nel cuore del paese. Collocato sui colli tra Modena e Bologna, questo luogo del mangiar bene è rimasto un punto di riferimento nella valle. Col tempo è divenuto un’insegna storica dell’Emilia.
- Antica Trattoria del Gallo: Meta di gite fuoriporta, fin dal 1870, è la Trattoria dei Milanesi, gestita per ben tre generazioni dalla famiglia Gerli, conserva ancora oggi le ricette e il calore di un tempo.
- Caffè La Crepa: nello splendido scenario di Piazza Matteotti, in Isola Dovarese, si trova questo locale con annessa la celebre Enoteca. La pianura Padana fa da sfondo e il dolce fluire del fiume Oglio scandisce il passare del tempo.
- Cibus: Nel cuore della valle d’itria, tra il mar Ionio e il mar Adriatico, si trova Ceglie una delle più antiche città di Puglia. Fra i vicoli del centro storico, in un antico convento del XV secolo, nasce il ristorante Cibus. Le stanze in pietra, con arcate dipinte a calce, ospitano il regno di Lillino Silibello, persona schietta gentile e passionale , con una profonda cultura del cibo e delle tradizioni enogastronomiche della sua terra.
- La Brinca: autentica trattoria collocata, nella frazione di Campo di Ne sulle prime colline della Val Graveglia, a pochi chilometri dal mare di Lavagna e Chiavari. Sergio Circella con tutta la famiglia porta in tavola il meglio dell’entroterra ligure.
- Lokanda Devetak: Il Carso, terra di confine. E’ qua che nasce questa Gostilna (osteria in sloveno) che permette ancora oggi di riscoprire l’espressione più autentica della cucina di queste terre. Cucina di donne fin dal 1870, anno di apertura, quando qui regnavano gli Asburgo. Ora è condotta da Gabriella, moglie di Avgustin, che reinterpreta la tradizione mitteleuropea fusa con quella italiana. Materie prime dell’azienda agricola “bio” condotta dalla figlia Sara assieme a nonno Renato, mentre Tatjana affianca la mamma. Otto stanze a disposizione della clientela.
- Lo Stuzzichino: Nel bel mezzo della Penisola Sorrentina, a una manciata di km da Sorrento e Positano, questa Trattoria offre una cucina a chilometro-vero, dove le tecniche antiche esaltano le preziose materie prime del mare e della Terra. A rendere questo ristorante un luogo famigliare ci pensa il servizio rilassato e l’ambiente caldo e accogliente. Non mancate di visitare il monastero del Deserto, il prezioso altare di madre perla Fiorentino nella chiesa centrale di S.Maria delle Grazie ed infine, per gli amanti delle passeggiate, Borgo di Crapolla (sentiero di circa 500 scalini).
- Trattoria Visconti: Dal 1932 Leone Visconti bisnonno di Daniele e Roberto, accoglieva i clienti con vino delle colline bergamasche, casoncelli e polenta di mais rostrato rosso. Oggi come allora, i protagonisti in tavola sono i prodotti dell’orto di casa, dei vigneti circostanti e dei piccoli produttori della zona.
- Hostaria Nangalarruni: A pochi chilometri dalle spiagge di Cefalù si trova la trattoria di Beppe Carollo, un artista nell’ultilizzo degli ingredienti delle Madonie e nell’offerta di piatti della tradizione.
- Locanda Boivin: Un bellissimo angolo di Levico Terme (in provincia di Trento) accoglie questa trattoria ben radicata sul territorio gestita con cura da Riccardo Bosco
“Se in Francia il bistrot è un’istituzione storica, la trattoria lo è in Italia. Difficile tratteggiarla soprattutto perchè, nel tempo, ha cambiato abito: il bianco e il rosso sono diventati la carta dei vini, il gotto unico è stato sostituito da due calici; la tovaglia non è più solo a quadretti. I menu mantengono sempre legami con il territorio (materie prime, tradizioni); le pietanze sono leggibili, non ferme nel tempo, ma contaminate anche dal nuovo: nelle cotture, negli accostamenti e nella presentazione.
Soprattutto ciò che è rimasto del passato è la convivialità, un viatico quando è crisi. Dulcis in fundo: il conto di una trattoria verace mette voglia di tornare. Non sempre accade, soprattutto perchè il Buon Paese pullula anche di trattorie tarocche, ovvero sia ben truccate per apparire tali.”
Davide Paolini, Domenica 16 settembre 2012, il Sole 24 Ore