Negli ultimi tempi gli osti, i ristoratori e i trattori come noi sono stati sottoposti a non pochi cambiamenti. La chiusura primaverile forzata alla quale si sono adeguati senza batter ciglio con la speranza di poter risolvere il problema e con la coscienza sporca degli untori. La timida riapertura, le mille premure e le altrettante precauzioni: distanziamento tavoli, dispositivi di sicurezza, detergenti, igienizzanti, sanificanti, ozonizzatori, tanta buona educazione e altrettanto senso del dovere. La riduzione degli orari di lavoro, nostri e dei nostri dipendenti, e la conseguente riduzione degli incassi. I gestori hanno così cominciato a tessere tele nuove con la clientela e a reinventarsi per far fronte alla limitazione degli spostamenti imposta dai vari DPCM. La nuova chiusura e l’imminente nuova riapertura.
Noi siamo ancora una volta pronti a riaprire… noi con voi, al vostro fianco.
Alla luce di questa nostra buona volontà e della fiducia dimostrata in tutti questi mesi ci è sorto un dubbio: Non è che il male abbia casa altrove??? … probabilmente sui mezzi pubblici, per esempio, ma non sta a noi dirlo.
Da un lato siamo onorati del saperci fondamentali (quasi divini, ndr) per la vita o per la morte dei cittadini di questo Paese… ma abbiamo il dubbio che non sia così! Sicuramente sappiamo dare gioia a coloro che apprezzano l’alta cucina… Sulla morte abbiamo i nostri tanti dubbi (e i nostri tanti clienti pure!).
Oltre ad aver continuamente distrutto un settore economico e merceologico come è quello del Food (causando sprechi e sperperi di materie prime indescrivibili) ora ci troviamo a fare i conti con una parte di noi stessi che ancora non ha capito: la nostra psiche razionale.
Gestire continuamente aperture e chiusure è stressante per le brigate e costoso a livello economico… oltre che totalmente inutile per la sicurezza sanitaria di questo paese. Si possiamo affermarlo!
Un buon ristorante è sicuramente più sicuro di un buon ospedale!
Ora noi capiamo che ragionare per codici ATECO renda la vostra vita più facile, cara classe dirigente, ma dovete assumervi anche le responsabilità che si celano dietro quelle classificazioni. Non le abbiamo mica inventate noi!
Preferiamo ragionare con regole e obbiettivi comuni piuttosto che con punti di vista e tentativi fallimentari di improbabili grafici matematici.
Riteniamo che serva lucidità e serietà nel prendere le decisioni che, d’ora in avanti, ci coinvolgeranno. Regole e deroghe comprese.
Pensiamo ai piccoli comuni dispersi sulle colline del Carso, piuttosto che ai villaggi pressoché disabitati della pianura padana o ai borghi lungo l’appennino… Cosa possiamo fare per loro il giorno 25/26 Dicembre 2020 e 1 Gennaio 2021? Che colpe hanno? Quale futuro?
Fare cassetto è una necessità, dopo cinque mesi (e più) di chiusura coatta.
Un ristorante monitora meglio arrivi, orari, pulizie e assembramenti di una casa privata… Ve lo garantiamo noi, perchè i nostri locali sono anche le case delle famiglie che ci lavorano, piuttosto che dei tanti clienti che ci vogliono bene!
Arriviamo dunque al dunque… Non vogliamo creare barriere o scontri con le grandi aree urbane o i capoluoghi… Vogliamo altresì dare il nostro contributo a trasformare in ragionevole, qualche cosa che ragionevole non è!
- Offrire la possibilità alle persone di muoversi nei paesi dove c’è un ristorante (anche perchè non tutti i paesi ce l’hanno!)
- Aprire le province concedendo un “permesso con autodichiarazione” alle persone per recarsi al ristorante così come si è fatto con supermercati, centri commerciali e parrucchieri.
Che la notte vi porti consiglio!