Sant’Agata Sui Due Golfi, 10 e 11 ottobre 2022
Invito alla tavola di diciassette famiglie di grandi artigiani della ristorazione regionale italiana premiate dal tempo e dall’affetto di una clientela consolidata, cosmopolita e curiosa.
Dopo due anni di blocco per la pandemia sono riprese le iniziative delle Premiate Trattorie Italiane con l’evento annuale che non fu possibile organizzare nel 2020 e sono stati Mimmo De Gregorio e la sua famiglia de Lo Stuzzichino a Sant’Agata Sui Due Golfi a ospitare le trattorie associate per due giorni, il 10 e 11 ottobre 2022.
Breve storia dell’associazione
L’associazione Premiate Trattorie Italiane è stata fondata lunedì 13 Febbraio 2012 da Amerigo 1934, La Brinca, Caffè La Crepa, Lokanda Devetak e Locanda Gambero Rosso di Bagno di Romagna, che successivamente ha purtroppo cessato l’attività. I cinque trattori-fondatori si sono dati appuntamento alla Trattoria Ai Due Platani, a Coloreto (PR) e durante il pranzo hanno progettato il debutto ufficiale a Bologna Lunedì 19 Marzo presso Eataly Bologna.
Fin che l’associazione, che era costituita da 5 trattorie si riunivano quattro, cinque volte l’anno presso l’una o l’altra per cucinare insieme, condividendo esperienze, convivialità, principi rigorosi di cucina territoriale e di economia alimentare sostenibile, elaborare progetti e strategie per il futuro diffondendo la rigorosa visione della trattoria. Così nei primi anni si sonno susseguiti i seguenti appuntamenti:
2 luglio 2012 a Caffè La Crepa; 15 ottobre 2012, Gambero Rosso, Bagno di Romagna; 5 febbraio 2013, La Brinca di NE; 20 aprile 2013, Lokanda Devetak; 2 luglio 2013, chiusura del “Giro d’Italia” delle Premiate Trattorie Italiane da Amerigo a Savigno; 1luglio 2014, presso Tormaresca, Tenuta Bocca di Lupo in Puglia.
Crescendo di numero stabilirono di fare organizzare annualmente una due giorni dal socio che via via avrebbe avuto la libera responsabilità di ospitare l’evento. Così nel 2015 fu l’Antica Trattoria del Gallo di Vigano Certosino Gaggiano (MI) per poi trasferirsi in Svizzera, al Globus di Zurigo, nel 2016 la Trattoria Visconti di Ambivere (Bergamo), nel 2017 Amerigo 1934 a Savigno (Bologna), nel 2018 La Brinca di Ne (Genova) e infine nel 2019 il Caffè La Crepa di Isola Dovarese (Cremona).
Lo spirito dell’Associazione
La trattoria con le Premiate si riappropria del concetto di alta cucina territoriale, tradizioni di famiglia storicizzate nel tempo anche nell’impegno a sostenere i piccoli produttori locali insieme ai quali si genera lavoro contrastando il fenomeno dell’abbandono di territori lontani dalle città, ridando vita a professioni che una volta venivano considerati secondarie che non ci si può permettere di dimenticare senza pregiudicare il nostro futuro. Il nostro paese ha la fortuna di avere mille campanili a cui corrispondono altrettante cucine diverse che si esprimono attraverso infinite variazioni dialettali. È un immenso patrimonio culturale in continua evoluzione perché si deve essere rispettosi, a volte fedeli, ma con intelligenza perché non si possono congelare le ricette in una fissità museale.
Le Premiate Trattorie Italiane rappresentano la storia di famiglie italiane dedite da generazioni all’alto artigianato gastronomico e all’accoglienza, custodi di tradizioni che si proiettano nel futuro in un continuo passaggio di testimone vissuto con gli occhi, con le mani e con la mente attraverso una consolidata storicità nella gestione familiare trasmessa in eredità di generazione in generazione, in sala come in cucina, dove lavorare assieme alla nonna e alla mamma, cuoche con cui sei cresciuto e che hai sempre visto fare quella cosa in una determinata maniera, perché ogni volta si rinnovi l’invito a mangiare a casa loro.
Le nuove trattorie associate
Le Premiate si sono dotate di un disciplinare d’accesso molto severo e selettivo, arrivando piano piano a 13, tutte nel bel volume del Gambero Rosso “Premiate Trattorie Italiane”, testi di Sara Favilla, foto di Lido Vannucchi. Nel 2022, Federico Malinverno, che aveva retto l’incarico di presidente dell’associazione fin dalla sua fondazione, passa il testimone a Simone Circella, mentre le trattorie sono diventate 17 con 4 nuove adesioni: il Capanno di Spoleto, l’Enoteca della Valpolicella (Fumane, VR) la Locanda Altavilla (Bianzone, Sondrio) e Trattoria Ai Due Platani, Coloreto (PR).
Tutte condividono valori e identità culturali mai perdute e costantemente rinnovate. Sono locali di ristoro “senza tempo”, luoghi della memoria ma convintamente contemporanei e aperti al nuovo, porte di accesso al proprio territorio con un progetto di salvaguardia e promozione delle produzioni locali valorizzate in una varietà di ricette che racchiudono storie preziose che hanno reso la cucina territoriale italiana una ricchezza culturale unica al mondo.
Sant’Agata Sui Due Golfi, alla tavola di Mimmo Stuzzichino
A Sant’Agata sui due Golfi il 10 e 11 ottobre è stata una grande festa magistralmente organizzata da Mimmo & Co, una giostra di idee, persone, cucine territoriali e visite alla scoperta di ogni segreto, non solo enogastronomico, di un territorio baciato dal sole.
Lunedì 10 ottobre, la cena a Villa Angelina
La serata di lunedì 10 si è svolta a Villa Angelina, antica residenza dell’armatore Achille Lauro, imponente edificio vittoriano con un parco di circa 50 ettari che domina il promontorio di Capo di Massa, in faccia all’isola di Capri la cui silhouette muta continuamente toni e sfumature di colore a ogni ora del giorno.
L’accoglienza degli oltre duecento ospiti è avvenuta nel parco dove erano allestiti i gazebo con gli aperitivi seguiti dagli antipasti serviti anche all’interno:
Guazzetto di lumache della Trattoria Il Capanno; Soppressa veronese con giardiniera di verdure dell’Enoteca della Valpolicella; Frittata di funghi cardoncelli della Murgia su crema di caciocavallo podolico e croccante di capocollo di Martina Franca (Cibus); Bresaola IGP della Valtellina della macelleria storica, pane di segale, Bitto storico ribelle 2018 (Locanda e Trattoria Altavilla); Funghi delle Madonie strapazzati con cicoria, ciliegino, cipollotti e burratina campana (Nangalarruni); Involtino di pesce bandiera (Lo Stuzzichino). Ospiti d’onore ad arricchire l’offerta con antipasti del territorio campano Enzo Coccia della Pizzaria La Notizia con la filatura di mozzarella e la montanarina fritta, il Consorzio Provolone Del Monaco DOP con dimostrazioni di lavorazione della mozzarella.
A seguire, gli ospiti, fra i quali numerosi giornalisti locali e nazionali, sono stati accolti nell’ampio salone della villa con servizio al tavolo e a buffet in varie postazioni dove le singole trattorie associate proponevano i propri piatti.
QUESTO IL MENU DELLA SERATA:
PRIMI PIATTI: Ravioletto al cinghiale in salmì di cesanese con tartufo uncinato, porcini e pimpinella (Sora Maria e Arcangelo); Tagliolino Vecchia Marina (Vecchia Marina); Lasagne della vigilia a Bologna, come a fine ‘800 (Amerigo 1934).
SECONDI PIATTI: Baccalà di Nonna Žuta (Lokanda Devetak); Chisöl: palla di polenta come in alpeggio con stracchino all’antica (presidio Slow Food) e tartufo nero vergamasco (Trattoria Visconti); Cotechino “vaniglia” con mostarda cremonese (Caffè La Crepa); Carne Salada di Grigia Alpina con verdure fermentate della casa (Boivin).
DESSERT: Pan Mein con zabaione freddo (Antica Trattoria del Gallo 1870); Latte dolce fritto (La Brinca).
I Premiati: Salvatore Tassa e la Famiglia Iaccarino
A metà serata sono stati premiati gli ospiti d’onore chiamati alla ribalta e presentati dalla giornalista del Mattino Santa Di Salvo:
Salvatore Tassa di Colline Ciociare, per la valorizzazione della tradizione culinaria italiana, e la famiglia Iaccarino del Don Alfonso, rappresentata da Ernesto Iaccarino, per l’attenzione alla tradizione, all’innovazione e alla promozione delle eccellenze della cucina italiana.
E a proposito d’eccellenza legata alla storia della famiglia Iaccarino ci piace ricordare anche che a governare la sala con tocco discreto e occhio infallibile, nella prima serata Mimmo ha chiamato un Maestro, Costanzo Cacace, per 28 anni Maître del Don Alfonso.

Ernesto Iaccarino (al centro)
Il ricco menu che attraversava la penisola da nord a sud è stato accompagnato da un’ampia rappresentanza dei vini campani proposti dai Consorzi di Tutela “Vini Campania”, “Vini Vesuvio”, “Vini Vitica”, “Vini Sannio”, “Vini Irpinia”, “Vita Salernum Vites”.
Martedì 11 ottobre: l’Orto Ghezi, la Riserva marina di Punta Campanella, il Fiordo di Crapolla, la cena allo Stuzzichino
Nella seconda giornata, martedì 11, ci siamo ritrovati allo Stuzzichino per andare in pochi passi a visitare l’orto privato della trattoria, orgoglio di Mimmo, l’Orto Ghezi, dove mani esperte coltivano frutta e ortaggi di varietà locali che impreziosiscono i menu stagionali dello stuzzichino, come le mele Limoncella e Natalina e gli immancabili pomodori del piennolo e cuore di bue, oltre a una bella limonaia.
Tutti in barca, da Marina della Lobra fino alla Baia di Ieranto e al Fiordo di Crapolla
Tutta la carovana è poi stata fatta salire sul trenino su gomma per andare a imbarcarsi per un’escursione in mare lungo la costa partendo da Marina della Lobra fino alla Baia di Ieranto e all’area marina protetta di Punta Campanella costeggiando l’Arcipelago de Li Galli costituito dai tre isolotti Gallo Lungo, Rotonda e Castelluccia, il primo dei quali, il più grande, è l’unico ad essere stato abitato fin dai tempi dei romani.
Per la cronaca, il piccolo arcipelago fu acquistato nel 1924 dal coreografo e ballerino russo Léonide Massine che fece costruire su delle rovine romane una magnifica villa completata dall’architetto Le Corbusier. Nel 1989 la proprietà passò ad un altro celeberrimo ballerino russo, Rudolf Nureyev e, poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993, l’arcipelago è stato acquistato dalla Li Galli di Giovanni Russo e oggi è meta esclusiva di vip e jet set internazionale.
Infine, evitando l’incantamento delle sirene che la mitologia greca voleva che albergassero da queste parti,
siamo sbarcati sulla minuscola spiaggetta del Fiordo Di Crapolla, tra le insenature più suggestive della costiera, parte della riserva marina protetta di Punta Campanella.
Là ci aspettava il piccolo peschereccio Santa Rosa, che rifornisce lo Stuzzichino del pescato quotidiano, con la sorpresa di una cassetta che conteneva aragoste, scorfani e san pietro appena tirati su con le reti, assieme a una chilo di gamberetti rossi di Crapolla, presidio Slow Food, chiamati anche “parapandoli”, pescati con la tradizionale tecnica delle nasse artigianali di giunco e mirto, da mangia crudi per gustarne la dolcezza o semplicemente saltati in padella, con sale e pepe.
Il Gran Finale allo Stuzzichino
Alla sera il gran finale di chiusura della manifestazione con la cena allo Stuzzichino, a Sant’Agata Sui Due Golfi, ospiti di Mimmo Di Domenico e della sua famiglia con la cucina governata da papà Paolo e mamma Filomena con un menu aperto dalla Brinca e dallo Stuzzichino e marcato nelle portate successive dalle trattorie entrate quest’anno a fare parte dell’associazione.

Filomena e Paolo De Gregorio
Questo il MENU:
Focaccia e pesto al mortaio (La Brinca); Papacella napoletana (presidio Slow Food) imbottita alla sorrentina (Lo Stuzzichino); Frittatina al tartufo uncinato (Trattoria Il Capanno); Tagliatelle coin ragù di cortile (Enoteca della Valpolicella); Le Manfrigole: crespelle di grano saraceno con ripieno di fonduta di formaggi della Valtellina e pane bianco raffermo ((Locanda e Trattoria Altavilla); Coniglio con le albicocche ((Trattoria Cacciatori 1818); Dolce alla mela limoncella (Lo Stuzzichino); Crema gelato alla vaniglia del Madagascar con nocciola tonda gentile, zabaione caldo al paiolo, liquore Borsci (Trattoria Ai Due Platani)

Il Gran Finale allo Stuzzichino
Testo e Foto a cura di Bruno Damini