Altavilla

Sul versante Retico della Valtellina, in una terra che sta conoscendo un nuovo splendore enogastronomico, si trova un indirizzo che è una meta certa dalla fine degli anni Cinquanta. È in quegli anni che la famiglia Bertola, spinta dal turismo sciistico invernale, trasforma l’attività di fornai in ristorazione, acquistando la trattoria del paesino di Bianzone. Anna nasce e cresce qui, con il papà che continua a confezionare il pane per il ristorante, di cui gestisce la sala, e la mamma Lucinda che cura i fornelli. In quegli anni in trattoria si andava sì per mangiare, ma anche per trascorrere le serate, bere e ballare: da qui l’idea aggiungere la locanda con le camere.

Anna ama la sua terra e la famiglia, ma le piace molto viaggiare. Non pensa di raccogliere l’eredità dei genitori finché non ha l’intuizione di tornare a casa e contribuire a sviluppare il progetto di mamma e papà. Si appassiona ai vini valtellinesi e ai loro produttori, creando una vasta cantina che va dai tradizionali ai biodinamici, oggi vanto d’Altavilla. La cucina si mantiene aggrappata alle ricette di mamma Lucinda, che Anna conserva come una Bibbia. La memoria paterna è viva in tavola con un generoso cestino di pani di varie qualità, da piluccare con eccellenti oli.

I piatti sono stati lodati anche da Gualtiero Marchesi: la bresaola affettata al momento; gli sciatt, frittelle di grano saraceno arricchite con un goccio di grappa; il taroz; i pizzoccheri bolliti con patate e verza, con casera di due stagionalità diverse e cipolla soffritta nel burro; le manfrigole.